Uniti nell’eternità

Uniti nell’eternità

 

Philia atterrò sulla spiaggia deserta e riprese le sembianze umane.

Senza esitare  imboccò un sentiero, che a giudicare dall’erba calpestata era usato spesso nonostante ormai non ci fosse più nessuno su quell’isola da molto tempo .

La draghetta camminava senza fretta, fermandosi di tanto in tanto a cogliere qualche fiore selvatico che sull’isola crescevano abbondanti.

Il sentiero conduceva a una rupe, Philia si fermò un attimo a guardare il magnifico paesaggio che si godeva da lassù, nonostante ci fosse stata centinaia di volte ormai si fermava sempre un attimo a osservarlo. Quel tramonto poi era proprio magnifico, il sole morente tingeva di fuoco le rupi, il mare e il cielo.

Era proprio un bel paesaggio e le dava tranquillità e pace guardarlo.

Philia si girò e continuo la sua strada, entrò in una caverna.

A pochi passi dall’entrata della caverna c’era un cristallo, Philia stette per un po’ a fissare la figura racchiusa al suo interno.

Si avvicinò e accarezzo il cristallo, in mano teneva il mazzo di fiori che aveva colto sul sentiero.

Philia: Ciao, ti ho portato dei fiori…..sono i fiori della tua isola….fanno uno splendido profumo….riesci a sentirlo?….forse no vero?

Philia si sedette accanto al cristallo e sistemò i fiori la vicino.

Philia:forse non riesci nemmeno a sentirmi vero?….ma in cuor mio sento che mi ascolti, forse è solo autosuggestione… tu che dici?…o forse mi guardi e mi prendi in giro, mi dici chissà, che stupido questo drago che continua a venirmi a trovare, non capisce che non c’è modo di liberarmi? Perché continua a insistere?…stai pensando questo?

Philia poggiò la testa sul cristallo e lo abbracciò.

Philia: non so nemmeno  io perché vengo qui ogni giorno….ma così almeno ho l’illusione che tu ci sia ancora…almeno posso vederti e so che non sei morto….

La ragazza cominciò a piangere.

Philia: oh, ti prego Xellos, esci da li e vieni da me, anche solo per bisticciare, per insultarmi per prendermi in giro, non importa, ma ti prego esci da questa fredda pietra, non c’è la faccio più a vederti così, in questo stato. Voglio sentire ancora la tua voce….perché c’è stata quella maledetta guerra? Perché?

O Lon, perché ci hai fatti nascere nemici….

 

200 anni prima…

 

Philia passeggiava per il campo, era una vestale maggiore era normale che dovesse partecipare alla guerra.

Gli eserciti nemici erano già schierati, molto probabilmente domani sarebbe iniziata, prima i Dark Lord e i Dragon Lord avrebbero discusso, e cercato di arrivare un accordo, ma entrambe le parti erano decise per la guerra, i draghi perché speravano di vincere, infatti di 5 Dark Lord ne erano rimasti solo 3, era morto persino il più potente di loro, l’ Hellmaster Phibrizio, potevano farcela; mentre i demoni volevano la guerra per finirla, il loro scopo era la totale distruzione del mondo, se fossero morti tentando di raggiungerla non gli importava molto, così la pensavano Dynast e Dolphin, Zellas non poteva andare contro i suoi fratelli e aveva accettato pure lei di combattere.

Philia indossava la leggera armatura delle vestali, sotto aveva un vestito bianco lungo con un grosso spacco laterale per estrarre facilmente la mazza chiodata dalla giarrettiera, ma era specialmente con le magie che avrebbe dovuto lottare.

Non riusciva a dormire, era troppo preoccupata per la battaglia dell’indomani, pensò di fare una passeggiata, uscì dal campo e si ritrovò su un’altura a osservare l’esercito di demoni che si preparavano, loro non avevano bisogno di dormire.

Lui era lì da qualche parte, probabilmente intento a preparare un piano di battaglia, era il più forte dei subordinati.

Era così assorta nei suoi pensieri che non sentì che qualcuno si avvicinava, se non quando questo le poggiò una mano sulla spalla.

Subito Philia si voltò di scatto, estraendo con un unico fluido movimento la mazza chiodata dalla giarettiera.

Dietro di lei c’era una figura avvolta in un largo mantello nero,il cappuccio, ben calato, gli nascondeva il viso. La coda lo stava puntando, era un demone, Philia si chiese da quanto tempo era dietro di lei. Non avrebbe dovuto uscire sovra pensiero dal campo. Era stata una stupida.

Voce:sempre violenta eh, Philia-chan!?!?!

Dicendo questo la figura fece scivolare indietro il cappuccio mettendo in luce i capelli viola.

Philia, sentendo la voce, lasciò immediatamente cadere a terra la mazza e abbracciò il demone.

Philia:XELLOS!!!

Xel:schhh , non urlare così o ci scopriranno.

Mentre diceva questo abbracciava la ragazza, carezzandole dolcemente i lunghi capelli biondi.

Philia:oh Xel, che ci fai qui?sei troppo vicino al campo dei draghi. Se ti scoprono ti uccideranno.

Xel:bhe veramente mi hai risparmiato la strada, stavo venendo a cercarti proprio li..

Philia:a cercarmi? Perché?

Xel: io..volevo…

Xel afferrò il viso di Philia con una mano e con l’altra le cinse la vita, e la baciò!

Philia rimase sorpresa dal gesto, ma subito rispose al bacio stringendosi a Xel.

La draghetta, dopo il bacio, rimase stretta a Xel e poggiò la sua testa sul suo petto piangendo silenziosamente.

Xellos la teneva stretta a lei accarezzandole i capelli e piangeva silenziosamente anche lui.

Xellos:Philia, io ti amo. Stavo venendo al campo dei draghi proprio per dirti questo.

Philia:anch’io ti amo Xellos. E questa potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo….

Xel:lo so. Non sarei potuto morire senza prima avertelo detto.

Philia:lo sapevo già.

Xel: ma volevo anche vederti un’ultima volta, domani potremmo essere morti entrambi.

Rimasero ancora un po’ abbracciati.

Xel:devo andare, mi stanno cercando…..in che battaglione sei?

Philia:il quinto dell’armata dei draghi di fuoco.

Xel:mi terrò lontano da li.

Philia:Xel, per favore non morire.

Xel:ci proverò, ma anche tu non devi morire.

I due si baciarono ancora poi Xel corse via nella notte che stava scomparendo.

Philia rimase a guardare il demone che correva via mentre piangeva.

 

Philia stette ad assaporare quel ricordo, l’ultima volta che si erano visti, il loro primo bacio, raccontava tutto al demone dentro il cristallo.

Saltò ciò che era successo dopo, quella guerra spietata, quei massacri, le urla, il sangue, i feriti che si lamentavano….odiava anche solo rammentare quella parte, se solo avesse potuto l’avrebbe cancellata dalla memoria… poi finì tutto. I draghi avevano vinto. i demoni erano morti quasi tutti o sigillati, Xel era tra quest’ultimi, Philia da allora era andata a trovarlo ogni giorno.

Philia:sai Xel, Valgarv adesso è diventato capitano dell’esercito dei draghi di fuoco…non so a che serva ormai avere un esercito, voi non ci siete più.

Xel, non ho ancora trovato la cura.

Ho esaurito le biblioteche, le fonti, le leggende, mi sono pura introdotta nelle biblioteche proibite, niente, sai che potrei essere condannata a morte per tutto ciò che ho fatto? Ma non importa, io continuerò a cercare troverò il modo di liberarti, altrimenti… lasciamo stare.

Sto per partire per l’estremo continente, lì ,come sai, non è possibile usare il teletrasporto perciò non potrò venire a trovarti, ma non temere appena troverò la cura volerò subito qui e ti libererò e staremo insieme per sempre.

Philia si risedette accanto al cristallo e guardò fuori, era sorta la luna, che lanciava il suo riflesso argenteo sul mare, il cielo era pieno di stelle.

La luce penetrava nella grotta riflettendosi nel cristallo e creando giochi di luce sulle pareti della grotta.

Philia:da qui si vede un magnifico  paesaggio non trovi?

Guardò il cristallo, Xellos teneva gli occhi aperti, due laghi di ametista dalle iridi feline, Philia adorava quegli occhi.

Si rialzò.

Philia: i draghi si scambiano un pegno d’amore quando si amano. Una catena con appeso un anello con nome di chi si ama. Non so cosa facciano i demoni, me lo dirai tu stesso quando ti risveglierai.

Philia prese dalla tasca una catena d’oro con un anello con inciso il suo nome e l’infilò sulla sommità del cristallo. Po,i mostrò a Xellos la catena col nome del demone inciso sull’anello.

Philia:ti dò il mio pegno d’amore Xellos. Ti amo.

Si avvicinò e bacio il cristallo all’altezza delle labbra del demone.

Philia:tornerò Xel! In ogni caso.

Detto questo si voltò e tramutatasi in drago volò via nella notte.

 

Le stagioni si susseguivano una dopo l’altra , scorrendo come un film davanti agli occhi del demone imprigionato che nulla poteva fare se non stare ad aspettare il ritorno di Philia.

 

Molti anni dopo, un drago dorato atterrava sulla spiaggia dell’ isola tropicale, era un uggiosa giornata e una leggera pioggerella scendeva dal cielo grigio.

Il drago non ci faceva caso, e si trasformò in umana.

Con calma percorse il sentiero, era da anni che non veniva praticato e la natura lo aveva quasi seppellito.

Si arrampicò sulla rupe ed entrò nella grotta, la natura aveva invaso anche questa e ai piedi del cristallo vi era un tappeto di fiori e molte piante avvolgevano lo stesso cristallo, la collana con l’anello era ancora là.

Philia liberò il cristallo dalle piante, poi si mise di fronte a lui ed estrasse la catena col nome del mazoku inciso.

Philia:sono tornata….non  sono riuscita a trovare una cura per liberarti Xel, mi dispiace.

Abbracciò il cristallo.

Philia:non ti lascerò solo, non ho trovato la cura ma rimarremo insieme per sempre lo stesso e nessuno potrà mai più dividerci. Guarderemo questo magnifico paesaggio per l’eternità.

Philia iniziò a castare un incantesimo molto potente mentre era abbracciata al cristallo, man mano che parlava il suo corpo veniva avvolto da un cristallo unito a quello che racchiudeva Xel. Le gambe erano ormai completamente inglobate, abbraccio il demone ancora più strettamente e anche le sue braccia rimasero cristallizzate.

Finì la castazione dell’incantesimo e baciò Xel, rimanendo così cristallizzata del tutto.

Finalmente erano insieme e così sarebbero stati per sempre fino alla fine dei tempi.

 

 

Sevichan