Legal Disclaimer:
I personaggi di Slayers sono
di proprietà di Hajime
Kanzaka e degli altri aventi
diritto.
Ecco la seconda parte della
fic… vi assicuro che non
avrei mai pensato di
ricevere i complimenti che
ho ricevuto. Grazie davvero
a tutti e spero che questa
seconda parte sia
all’altezza della prima.
Alla prossima - Mistral
Part 2
Xelloss riapparve pochi
secondi dopo davanti al
portone del castello della
Greatest Beast e, con sua
grande sorpresa, trovò
proprio lei all’ingresso ad
aspettarlo. Se ne stava
immobile a braccia conserte,
fiera come sempre,
un’espressione indecifrabile
negli occhi felini.
“Bentornato. Vedo che sei
riuscito senza problemi a
portarla qui” esordì, appena
lui le fu vicino.
Il
mazoku fece un lieve
inchino, poi le sorrise.
“Già… posso sapere a cosa
devo l’onore di trovarti qui
sulla porta, Master?”
“Volevo vederla” rispose
semplicemente Zelas. “Ora
portala dentro” disse poi,
incamminandosi leggera sui
sandali dai tacchi
altissimi, le belle gambe
abbronzate che facevano
capolino a turno dallo
spacco vertiginoso
dell’abito color perla.
Xelloss scosse la testa: a
volte la sua Master era
veramente strana. Non
riusciva capire che motivo
avesse di aspettarlo sulla
soglia, e non era affatto
convincente la scusa di
voler vedere Lina… già,
Lina. Dimenticandosi in un
attimo delle stranezze del
suo capo, si concentrò sul
fragile corpo che portava in
braccio; la trasformazione
che voleva operare su di
lei, oltre che rischiosa,
era anche capace di far
nascere dei dubbi. Non era
da tutti infatti avere la
possibilità di trasformare
in demone un essere umano (e
per di più un essere umano
come Lina Inverse, la cui
abilità e propensione alla
magia erano universalmente
note), e decidere di
lasciare intatta la sua
anima, permettendogli così
di continuare la sua vita
praticamente come prima. Ma
lui non voleva cancellare
per sempre quella ragazza,
non voleva spegnere nei suoi
bellissimi occhi color miele
la scintilla della vita
mortale, vissuta sempre in
bilico, sempre al limite…
no, lui voleva che Lina
restasse sé stessa perché in
fondo era di quella Lina che
lui…
La
voce di Zelas lo riscosse
dai suoi pensieri. “Mettila
qui” disse, indicando una
stanza alla sua destra “Ho
fatto preparare questa
camera in modo che fosse un
po’ isolata dall’aura
demoniaca del palazzo…
almeno fino a quando non
avremo effettuato la
trasformazione le darebbe
fastidio”
Il
mazoku eseguì, stupendosi
però delle attenzioni che il
suo capo riservava a Lina:
non era decisamente da lei
preoccuparsi così tanto di
un ospite, figuriamoci poi
di una ragazzina!
Come
se gli avesse letto nel
pensiero (cosa che
effettivamente a volte
faceva) la Dark Lady
precisò: “Lo faccio solo
perché ci è stata affidata
da LoN”
“E un
po’ perché in fondo ti è
simpatica, vero Master?”
azzardò Xelloss, deponendo
Lina sul letto e sorridendo
alla demone.
“Che
sottoposto impertinente!”
esclamò lei “Piuttosto,
passiamo a cose serie: fammi
vedere la scintilla della
Madre, sono curiosa”
Xelloss annuì e invitò la
sua Master ad avvicinarsi;
poi impose di nuovo la mano
su Lina e fece brillare la
scheggia nel petto della
maga. Lei, come la volta
precedente, inarcò la
schiena, tendendosi verso la
mano, ma stavolta gemette di
dolore.
Appena il demone si accorse
di farle del male, ritrasse
la mano, ma tanto era
bastato per far vedere a
Zelas ciò che voleva.
“Soddisfatta Master?” le
domandò poi.
“Sì…
è incredibile, non so come
abbia fatto a sopravvivere
fino adesso!” rispose la
Dark Lady, senza smettere di
fissare la ragazza “Comunque
è molto carina, bella scelta
Xelloss” rise infine,
uscendo dalla stanza.
“Bella… scelta…?!” ripeté
allibito il priest. Poi
incrociò le braccia e guardò
Lina, con la sua solita
faccia da idiota. “Sai
Lina-chan, mi sa che il capo
è andato un po’ fuori di
cozza…”
***
“Zel… secondo te abbiamo
fatto bene? A lasciare che
Xelloss si portasse via
Lina, intendo…” domandò
Amelia.
La chimera, che se ne stava
in piedi immobile guardando
fuori dalla finestra, in un
primo momento non disse
nulla. “Non lo so” rispose
infine, senza voltarsi,
nella voce quasi un tono
arrendevole, insolito per
lui, come di chi non ce la
fa più a stare al passo col
mondo che corre troppo
veloce.
“Amelia, questa storia è
troppo grossa per noi…”
continuò dopo un attimo,
fissando negli occhi la
principessa “Sarebbe già
difficile capirci qualcosa
dal di fuori, figurati poi
standoci dentro fino al
collo. L’unica cosa che so è
che se non avessimo permesso
a Xelloss di portare via
Lina, lei prima o poi
sarebbe morta comunque.
Almeno così abbiamo una
possibilità che si salvi”
“Ma… siamo sicuri che Lina
avrebbe accettato se avesse
potuto decidere? Qui si
tratta di trasformare il suo
corpo! È una cosa grossa!”
insistette la principessina;
evidentemente non aveva
ancora smesso di pensarci da
prima, quando aveva
sollevato la questione con
Xelloss.
Zelgadiss scosse la testa e
rimase in silenzio: anche
lui si era posto il
problema, ma non vi aveva
trovato soluzione. Riteneva
di conoscere Lina abbastanza
bene da dire che la maga
amava la vita e aveva una
contagiosa gioia di vivere e
forse questo l’avrebbe
portata ad accettare; ma,
d’altro canto, i demoni non
le piacevano, li considerava
sfuggenti e infidi (e il
Trickest Priest ne era un
ottimo esempio…) però
desiderava anche diventare
abile con la magia e con
quel nuovo corpo forse… Oh,
insomma! era troppo
difficile rispondere. E, ad
ogni modo, ormai quel che
era fatto era fatto.
“Credo che lei avrebbe
accettato” Era stato Gourry
a parlare. Zel e Amelia si
voltarono verso di lui: da
quando era sparito Xelloss,
lo spadaccino non aveva più
pronunciato una sola parola
e se ne stava seduto sul
letto, le braccia sulle
ginocchia e gli occhi bassi.
“A malincuore, forse, ma
credo che avrebbe accettato”
“Come fai ad esserne sicuro,
Gourry?” domandò la ragazza,
andandogli vicino.
“Lina vuole vivere… ama la
vita e la magia… e questa
trasformazione le dà la
possibilità di vivere e
migliorarsi nella magia.
Credo che avrebbe avuto
paura solo di una cosa, che
quel corpo di demone possa
un giorno prendere il
sopravvento sulla sua
anima…” Il giovane tacque e
una lacrima gli scivolò
sulla guancia, luccicando
nel sole rossastro del
pomeriggio che entrava dalla
finestra.
“Secondo me non dobbiamo
aver paura che succeda una
cosa del genere” affermò
sicuro Zelgadiss “L’avete
sentito anche voi, Xelloss
non ha nessuna intenzione di
perdere l’anima di Lina. Ho
come l’impressione che lui
ci tenga molto più di quanto
non ammetta”
“Vuoi dire che quel demone
sarebbe…” iniziò Amelia,
incredula.
“Amy non fare supposizioni
azzardate” la bloccò subito
la chimera “Non so cosa
pensi Xelloss, però secondo
me ci possiamo fidare, ce la
restituirà come prima”
“Spero vivamente per lui che
tu abbia ragione Zel”
intervenne Gourry con voce
dura “Anche perché
altrimenti dovrà fare i
conti con me”
***
Xelloss se ne stava seduto a
fianco al letto dove aveva
deposto Lina, osservandola
dormire. La ragazza era
ancora in stato di
incoscienza, ora causato da
un incantesimo praticatole
dal demone.
“E così il capo pensa che tu
sia carina, eh Lina-chan?”
sorrise il mazoku,
sfiorandole delicatamente
una guancia con due dita e
poi proseguendo lungo il
braccio “Sai che è molto
raro che faccia un
complimento ad un’altra
donna? È un segno del
destino, sei speciale” lo
disse con tenerezza, senza
nascondere ciò che provava.
E chi l’avesse visto in quel
momento avrebbe stentato a
riconoscerlo: sul volto di
solito impassibile del
demone ora si alternavano
una miriade di emozioni… la
maggior parte delle quali la
sua natura gli avrebbe
dovuto impedire di provare.
Scorrendo lungo il braccio
di Lina, Xelloss arrivò a
prenderle la mano; era
fredda. La sollevò la vide
segnata da decine di piccole
cicatrici1,
indubbiamente le tracce di
tanti incantesimi, poi se la
portò alle labbra e vi
depose un lieve bacio.
“Riuscirò a salvarti…”
mormorò poi, un attimo prima
che la sua Master comparisse
sulla porta della stanza.
“Allora Xelloss, hai deciso
come procedere alla
trasformazione?” gli domandò
subito la Dark Lady.
“Ecco Master…” iniziò lui,
con un’ombra di indecisione
– sapeva che stava per dire
una cosa molto grossa “…non
voglio trasformarla
completamente in un demone.
Voglio salvare la sua anima,
conservarla così com’è”
A quelle parole, per la
prima volta in più di un
millennio, Xelloss vide
dipingersi sul bel viso del
suo capo un’espressione
incredula. “Vuoi salvare la
sua anima?” ripeté la
demone. Poi, dopo un attimo
di silenzio, disse: “Ok, non
te ne chiederò spiegazione
né ne cercherò frugando nei
tuoi pensieri, però ti
avverto: è pericoloso. Non
solo per lei, perché
potrebbe morire, ma anche
per te, perché questi non
erano precisamente gli
ordini della Madre, lo sai
vero?”
Il mazoku sorrise. “Non ti
preoccupare Master, non
dovrai fare fatica a crearti
un nuovo sottoposto, almeno
per un po’. La Madre
approverà: in fondo Lina è
molto più divertente così
che in versione demone, no?
Per quanto riguarda lei…
beh, è un tipo tosto, ce la
farà”
Le labbra di Zelas si
inarcarono in un lieve
sorriso. In effetti, il suo
priest poteva aver ragione
per quanto riguardava la
reazione di LoN: era
risaputo quanto le piacesse
osservare le vicende dei
mortali, specie di quelli
come Lina Inverse; ma a
proposito della ragazza la
spavalderia di Xelloss le
sembrava abbastanza di
facciata. A memoria di
demone, infatti, una
trasformazione parziale su
un umano non era mai stata
effettuata e la sua
fattibilità era solamente
teorica. Quindi era
un’operazione parecchio
pericolosa che poteva anche
essere fatale per la giovane
maga. E lui lo sapeva.
Ma allora perché voleva
tentare? Stava per cedere
alla tentazione di entrare
nella sua mente per cercare
di scoprirlo, quando la
verità le apparve lampante
davanti agli occhi.
'Non ci credo…' sorrise tra
sé Zelas 'Stare con gli
umani provoca strani
effetti…'
La demone lanciò un’occhiata
alla ragazza e poi si
rivolse al suo sottoposto:
“Cosa intendi fare? Per
trasformare il suo corpo
devi separarne dall’anima
l’essenza umana e
sostituirla con l’essenza
demoniaca…” Xelloss annuì e
la Dark Lady continuò: “…ma
dove pensi di trovarlo
questo principio demoniaco?”
Il mazoku rimase silenzioso
per qualche istante, poi si
volse verso il suo capo, gli
occhi d’ametista aperti e
seri come forse mai prima.
“Userò la mia essenza,
Master. Tu mi hai creato
molto più forte degli altri
subordinati e mi hai donato
anche un’essenza molto più
potente… ne darò una parte a
lei, per me non ci saranno
problemi”
“Bene, come vuoi” assentì
Zelas, avviandosi verso la
porta “Io me ne vado non
voglio disturbarti.
Ricordati solo una cosa: il
successo della
trasformazione non dipende
solo da te ma anche da Lina.
Se lei non vorrà lasciar
andare la sua essenza umana
o non vorrà ricevere
l’essenza demoniaca, la sua
anima rimarrà priva di corpo
e, non essendo morta, non
potrà essere accolta tra i
morti e andrà perduta per
sempre” Detto questo
scomparve.
Xelloss scosse la testa.
“Lei ce la farà. Deve
farcela” poi fissò la
ragazza: “Lina, ascoltami,
devi lasciarmi entrare
dentro di te e sostituire
l’essenza del tuo corpo. Non
opporti, ok? Fidati di me e
andrà tutto bene”
Il demone sollevò il
lenzuolo che copriva il
corpo della maga e quello
che vide lo preoccupò: la
scheggia sul suo seno
sembrava essersi ingrandita
ulteriormente ed emanava una
luce nera intensissima. Con
qualche titubanza, Xelloss
strappò un po’ la maglietta
di Lina fino a scoprire il
frammento di LoN e lo vide
affiorare sulla pelle. Era
quasi troppo tardi, doveva
muoversi.
Prese nuovamente la mano
della ragazza e le parlò:
“Ora stai tranquilla,
lasciami fare”
Come in risposta alle sue
parole, Lina emise un
gemito; il mazoku sorrise e
si distese accanto a lei.
Per la prima volta nella sua
plurisecolare vita, si
sentiva teso, aveva… sì,
aveva paura di fallire.
Nemmeno durante la Kouma
Sensou, quando aveva messo a
rischio la sua vita
centinaia di volte, aveva
mai provato neanche
lontanamente un’emozione
intensa come quella.
Si rese conto che doveva
calmarsi, ritornare lo
Xelloss di sempre.
'Come se fosse facile,
maledizione!'
Si mise a fissare il
soffitto, cercando di
rilassarsi e sgomberare la
mente da tutto.
Non era tanto l’idea di
avere tra le mani il destino
di Lina ad agitarlo, no
perché sapeva che sarebbe
riuscito nel suo intento.
LoN voleva così e l’avrebbe
aiutato, ne era certo. Il
problema era il COME sarebbe
entrato in contatto con
l’anima di Lina. Stando
assieme agli umani aveva
capito che esisteva un solo
modo per sfiorare davvero
l’anima di un’altra persona…
e lui doveva fare proprio
quello. Non che non volesse,
però temeva che lei si
sarebbe ribellata,
condannandosi così alla
morte. E in quel caso
neanche la Madre di tutte le
cose avrebbe potuto
salvarla.
Da fuori la stanza, tenendo
celata la propria aura,
Zelas osservava il suo
priest.
La sua non era solo
curiosità di vedere la
trasformazione; voleva anche
rendersi conto di cosa gli
stava passando per la testa
a proposito di quella
ragazza. Non che fosse
preoccupata, no, sapeva bene
che Xelloss sapeva gestirsi
da solo e che non avrebbe
mai fatto colpi di testa,
però era comunque… sì,
curiosa di capire perché
fosse così affascinato da
quello scricciolo coi
capelli rossi. Non credeva
possibile quello che invece
tutte le evidenze le stavano
suggerendo.
La Dark Lady era ancora
immersa nei suoi pensieri
quando vide una cosa che la
lasciò di stucco…
Dopo alcuni istanti,
rompendo ogni indugio,
Xelloss si sollevò su un
gomito. “Sei pronta
Lina-chan? Mi raccomando,
non volermene troppo male,
ok?” concluse con un
sorriso, prima di chinarsi a
baciarla.
'Non è possibile!' Zelas
sgranò gli occhi per lo
stupore.
Il demone, nel momento in
cui aveva posato le labbra
su quelle di Lina, aveva
sentito come una scosse
elettrica; dopo un attimo,
con sua grande sorpresa, la
ragazza aveva dischiuso la
bocca, permettendogli di
approfondire il bacio.
Il bacio, un bacio sincero,
il più vero gesto d’amore,
l’incontro e l’unione tra le
anime di due persone
fisicamente distinte…
Mentre la baciava, Xelloss
socchiuse leggermente gli
occhi e, con sua grande
meraviglia, vide che anche
gli occhi della ragazza
erano aperti e gli
sorridevano, ringraziandolo.
Ce l’aveva fatta, lei aveva
accettato il bacio che
l’avrebbe salvata.
Nel corridoio, la Dark Lady
era sempre più allibita. Ad
un certo punto i corpi dei
due vennero avvolti da una
luce dorata che li rese
sagome splendenti nell’oro e
la donna riconobbe
immediatamente il segno
della manifestazione della
Madre.
Subito spalancò la porta e
piegò il ginocchio a terra:
Xelloss era riuscito nel suo
intento di arrivare a
sfiorare l’anima della
ragazza e ora LoN stava
completando la
trasformazione.
Xelloss sentì una parte
della sua essenza uscire da
sé e riversarsi nel piccolo
corpo sotto di lui; poi Lina
venne sollevata in alto e
avvolta ancora di più dalla
luce. Per un attimo tutto fu
così luminoso da impedire di
vedere alcunché.
Quando la luce si fu un po’
attenuata, Xelloss si rese
conto di essere stato
sbalzato a terra, due metri
lontano dal letto, accanto
alla sua Master.
“Ce l’hai fatta Xelloss,
complimenti” gli sorrise la
Dark Lady “Come accidenti tu
ci sia riuscito non lo so…”
“Sore wa himitsu desu
Master!” rise il mazoku,
ritrovando la più classica
delle sue espressioni.
Poi entrambi si voltarono
verso Lina, che stava
sospesa nell’aria in un
alone di luce, osservandone
i cambiamenti fisici. Ora
era un poco più alta e
formosa, e la pelle
bianchissima era come
intessuta di polvere di
diamanti che la faceva
splendere ad ogni minimo
movimento.
Sul seno, il corto abito di
foggia antica che indossava
lasciava vedere, dove prima
c’era la scheggia, uno
strano disegno nero, il
marchio della Madre, dal
quale si dipartivano delle
specie di tatuaggi che le
segnavano le clavicole e
scendevano sulle braccia.
Era bellissima.
Dopo un attimo, Lina aprì
gli occhi, nei quali
splendeva ancora quella
stessa luce che li animava
prima. Al vederli, Xelloss
capì di essere riuscito
completamente nel suo
intento, sorrise e le si
avvicinò porgendole la mano
per farla scendere a terra.
Lei ricambiò il sorriso e
accettò l’aiuto.
“Sono contento che tu mi
abbia lasciato incontrare la
tua anima”
“Grazie” rispose
semplicemente Lina. Poi, con
gran meraviglia del mazoku e
di Zelas, si alzò in punta
di piedi e diede un bacio
sulla guancia al demone. “Ti
devo la vita”
Xelloss ebbe un attimo di
sconcerto, ma si riprese
subito. “Non farci
l’abitudine, però!” ribatté,
con la sua solita aria
scanzonata. Ma si capiva che
era contento.
“Ah, Lina” aggiunse poi il
priest “Ti presento la mia
Master, Zelas Metallium”
La maga guardò la demone,
accorgendosi forse solo in
quel momento della sua
presenza. “Penso di dover
ringraziare anche te, vero?”
“Non ce n’è bisogno, ha
fatto tutto lui” rispose la
Dark Lady, accennando al suo
sottoposto “Comunque Lina,
se mai cambiassi idea e
volessi diventare una demone
completa, io ti accoglierei
volentieri… pensaci” buttò
lì poi, prima di sparire.
Lina scosse la testa con
decisione. “Non ci penso
neanche! Sennò dov’è il
bello della vita?”
A quelle parole, da qualche
parte nell’universo un
sorriso indecifrabile e
arcano illuminò per un
attimo il buio.
- THE END –
Nota:
Ecco
qua… finita. Devo dire che
sono soddisfatta di come è
venuta la storia, molto più
che di altri miei lavori. E
sono soddisfatta anche
perché l’idea mi era venuta
quasi per caso, senza una
forma e una struttura
precise, eppure sono
riuscita a metter giù una
fic di cui sono molto
orgogliosa, per di più senza
impiegare tempi biblici. ^_^
Spero
di non aver scritto cose
troppo assurde nel
raccontare la
trasformazione; premetto che
non so come venga trattato
(se viene trattato) questo
argomento in Slayers, perciò
mi sono affidata unicamente
alla mia fantasia che a
volte va dove vuole senza
molta logica…
Comunque spero che la fic vi
piaccia, aspetto commenti!