Love, demons, power, sorceress

 

Legal Disclaimer: I personaggi di Slayers sono di proprietà di Hajime Kanzaka e degli altri aventi diritto.

 

Una piccola premessa: è la mia prima fanfic (degna di essere pubblicata) su Slayers, ispirata in parte al lavoro di trascrizione degli ultimi tre episodi di Next fatti da Alex. Non lo ringrazierò mai abbastanza per il preziosissimo lavoro che ha fatto, permettendo così a tutti i fan italiani di godere almeno in parte del finale meraviglioso della seconda serie (probabilmente il più bello che io abbia mai visto), che qui abbiamo potuto vedere solo nella versione orribilmente sfigurata di Mediaset.

La mia storia si situa in un momento imprecisato delle peripezie dei nostri eroi, dopo la fine di Next e prima dell’inizio di Try.

Come sempre accetto commenti, critiche e suggerimenti.

Buona lettura - Mistral

 

Part 1

 “Xelloss” disse la figura sprofondata nel divano rosso nella penombra della stanza “Cosa le sta succedendo?”

Il mazoku, guardando nelle sfera fluttuante che rifletteva un gruppo di persone, si irrigidì. “Non ne ho idea Master… ma di certo dev’essere doloroso” Una nota stonata nella sua voce.

“Cos’hai? E non dirmi –niente- perché so benissimo che non è così”

“Lei…”

“Ti dispiace vederla soffrire?” Un sorriso indecifrabile balenò per un attimo nell’ombra. “Incredibile… tu, un demone, dispiaciuto per… lei”

Xelloss sorrise a sua volta. “La vita è strana Master” disse enigmaticamente, prima di scomparire.

 

***

 

Il gruppetto stava camminando tranquillamente, in cerca della più vicina locanda dove poter mangiare, quando all’improvviso lei si accasciò.

D’un tratto vide tutto nero e il suo cuore smise di battere per un lunghissimo istante; sentì una forza indescrivibile esplodere dentro il suo corpo e si strinse una mano sul petto, quasi a cercare di contenerla. Attorno a lei tutto era scuro e l’aria sembrava non riuscire a raggiungerle i polmoni, credeva di morire. Poi, rapidamente come era iniziato, tutto finì.

Senza sapere come, Lina si trovò carponi per terra, la fronte imperlata di sudore freddo. Boccheggiando, cercò di rimettersi in piedi, col risultato di cadere tra le braccia di Gourry che, preoccupatissimo, le stava a fianco.

“Lina, come ti senti?” le domandò lo spadaccino.

“N-non lo so… cosa mi è successo?” chiese la ragazza, ancora aggrappata al petto del giovane.

“All’improvviso sei impallidita e sei caduta a terra” le rispose Amelia “Abbiamo avuto una paura tremenda… anche perché stavolta sei svenuta”

“Ragazzi vi confesso che ho paura…” ammise Lina “Non sapere cosa mi sta succedendo è una cosa che non sopporto”

“Senza contare poi che ogni volta che ti senti male stai sempre peggio…” aggiunse Zelgadiss, pensieroso.

“Zel, dobbiamo trovare qualcuno che la aiuti… Lina potrebbe avere qualcosa di serio” disse Gourry.

“Gourry ha ragione, Zel!” esclamò Amelia “Cosa possiamo fare?”

Zelgadiss scosse la testa, con espressione impotente.

 

***

 

Xelloss se ne stava da solo sulla scogliera più alta della Wolf Pack Island, guardando l’orizzonte lontano, velato da una sottile nebbiolina. Dal mare saliva un vento gelido che gli scompigliava i capelli e gli feriva gli occhi, ma lui come sempre non se ne curava.

Amava quel luogo solitario ed impervio, l’unico posto in cui la sua Master non lo teneva sotto controllo, se non in casi di estrema necessità. Era un patto che avevano stipulato più di mille anni prima e al mazoku andava benissimo: assoluta fedeltà e un contatto mentale costante in cambio di un angolo tutto per sé.

Perciò quel giorno, quando sentì un movimento nel piano astrale alle sue spalle che preannunciava l’arrivo della Dark Lady, si sorprese non poco dell’intrusione di Zelas.

Si voltò verso la bellissima donna bionda che stava in piedi dietro di lui. “Come mai qui Master?”

Lei non rispose, limitandosi a porgergli una pergamena.

Appena il demone l’ebbe tra le mani sussultò: quella lettera portava i sigilli di… “Non può essere! Cosa vuole da te, Master?”

“Cosa vuole da NOI, vorrai dire. Per quanto mi riguarda è la risposta alla domanda di prima… per quanto riguarda te, beh, diciamo che sembra quasi un regalo che vuole farti”

“Qui spiega che cosa sta succedendo a Lina… e dice che l’unico modo per salvarla…” Xelloss si interruppe, allibito “Impossibile!”

“Sembra che la Madre di tutte le cose abbia una natura un po’ capricciosa…1” sorrise Zelas.

Il priest sorrise a sua volta. “Già… è una richiesta davvero assurda”

“Assurda o no, dobbiamo eseguire. Vai Xelloss e fai come ti è stato detto” ordinò Zelas, prima di scomparire.

 

***

 

I quattro amici erano appena arrivati nella locanda e si erano seduti attorno ad un tavolo. A differenza del solito, però, non avevano ordinato quantità esorbitanti di cibo, anzi, non avevano ordinato affatto.

Lina era ancora pallida e aveva lo sguardo spento, mentre Gourry, che non la perdeva d’occhio un solo istante, le stava vicino, pronto a fare qualsiasi cosa per lei.

Anche Amelia e Zelgadiss erano preoccupati per le condizioni della loro amica; soprattutto la chimera non riusciva a darsi pace perché si sentiva addosso le aspettative dei compagni che speravano riuscisse a dare una mano alla ragazza, quando invece lui non sapeva assolutamente cosa fare per aiutarla.

“Ragazzi, io vado a sdraiarmi in camera” disse d’un tratto Lina “Mi sento stanca e credo che dormire un po’ potrebbe farmi bene…” Si alzò dalla sedia con una certa fatica, evidentemente non si era ancora ripresa del tutto dal malore di prima.

“Lina ti accompagno in camera” si offrì Amelia “Così se hai bisogno di una mano…”

La rossa si sforzò di sorridere. “Ma va, Amy, stai tranquilla, ce la faccio da sola” rispose, cominciando ad avviarsi. Appena ebbe salito un paio di gradini, però, un capogiro le fece perdere l’equilibrio e Lina fu costretta ad appoggiarsi al muro per non cadere.

“Vedi che è meglio se ti accompagno?!” ripeté la principessina, seguendola.

Quando le ragazze furono scomparse al piano superiore, Gourry e Zelgadiss si guadarono per un attimo negli occhi in silenzio.

“Zel ho paura” disse infine lo spadaccino “Ho paura per Lina… non è normale quello che le sta succedendo”

La chimera scosse la testa. “Lo so anch’io che non è normale… solo che non ho la più pallida idea di cosa possa essere la causa di quel che le succede”

In realtà Zelgadiss aveva avuto un’intuizione sull’origine del malessere di Lina: nel momento in cui si sentiva male, avvertiva sempre un impercettibile cambiamento nella sua aura e questo poteva significare solo una cosa… ma preferiva non parlarne con nessuno, per non spaventare ulteriormente i suoi amici.

Il silenzio era nuovamente caduto sui due, quando un rumore di vetri infranti e un urlo li fecero sobbalzare. Si udì la voce di Amelia: “LINA!”

Subito entrambi si precipitarono al piano superiore.

Quello che videro li gelò all’istante: Lina era accasciata a terra pallidissima con le mani strette al cuore, ai suoi piedi una caraffa d’acqua in mille pezzi, mentre le principessina la guardava con gli occhi sbarrati e la mano sulla bocca.

Poi la rossa gridò di nuovo e il suo corpo si irrigidì in una posa innaturale, prima di cadere sul pavimento a peso morto.

Sulla porta, Gourry era come impietrito, incapace di muoversi. Zel invece trovò la forza di avvicinarsi alla ragazza e le sollevò il capo, scostandole dal viso cereo alcune ciocche rosse. Poi avvicinò l’orecchio al suo petto e, sentendo il debole battito del cuore, trasse un sospiro di sollievo.

“È svenuta di nuovo” disse infine la chimera “Ragazzi, io non so assolutamente che pesci pigliare… per ora mettiamola a letto e aspettiamo che si svegli, non si può fare altro”

Amelia annuì, ancora scossa. “V-vuoi che la spogli? Così starà più comoda…” domandò poi.

“Sì Amy, è meglio… fai con calma, io e Gourry ti aspettiamo qui fuori” concluse Zelgadiss, posando Lina sul letto. Quindi prese per un braccio lo spadaccino, ancora ammutolito per lo spavento, e lo trascinò nel corridoio.

 

Dopo qualche minuto, Amelia cacciò fuori la testa dalla stanza e invitò i compagni a rientrare. Lina era a letto, ancora in stato di incoscienza, coperta dal leggero lenzuolo.

“Le ho tolto l’armatura e il mantello, più di così non sono riuscita a fare…” annunciò la principessa quando tutti e tre si furono seduti.

“Meglio che niente” le rispose la chimera, lanciando uno sguardo preoccupato alla rossa. Poi si voltò di nuovo verso i suoi amici. “Ragazzi ci ho pensato molto e mi è venuta in mente una possibile spiegazione per quello che succede a Lina…”

Gourry a quelle parole sussultò, come se fosse stato colpito da una scossa elettrica. “Sai cosa le succede?!”

Zelgadiss si morse la lingua, un po’ pentito di aver esternato quella sua mezza idea. “Premetto che non ne sono affatto sicuro e vi confesso che spero di sbagliarmi… perché, se fosse veramente come dico io, sarebbe una cosa spaventosa che non so quali effetti potrebbe avere su Lina”

“Cos’è Zel?” domandò Amelia, con voce preoccupata “Lina è forse posseduta da un demone?”

La chimera sospirò si lasciò scappare un sorriso triste. “Magari… no, ho paura che sia qualcosa di molto peggio…”

“Peggio ancora?” la principessina inarcò le sopracciglia sorpresa; volgendosi poi verso Lina, vide Gourry accanto a lei, accovacciato per terra, che le accarezzava malinconicamente la fronte.

“Zel, ti prego! Siamo seri: onestamente, cosa ci può essere di peggio?” domandò lo spadaccino guardando scettico l’amico, ma senza allontanarsi da Lina.

“Ecco… vi ricordate la battaglia contro Phibrizio? In quell’occasione, Xelloss ci ha detto che…” si interruppe perché sentì una presenza nuova nella stanza. Si voltò e vide il mazoku che se ne stava sospeso nell’aria a pochi passi da loro.

“Parli del diavolo e spuntano le corna, eh Zelgadiss?” esordì il demone. Ma stavolta il suo sempiterno sorriso non gli aleggiava beffardo sulle labbra.

“Xellos! Cosa ci fai qui?” esclamò la chimera. E Amelia: “Vattene, inviato del male!” Gourry, dal canto suo, non proferì parola, limitandosi a mettersi in posizione di guardia davanti a Lina.

“Che accoglienza calorosa… beh, non che mi aspettassi il comitato di benvenuto in pompa magna, ma giusto un po’ meno ostilità…” Anche la voce quel giorno era diversa, più seria. Se ne accorsero tutti.

“…soprattutto perché vi porto notizie importanti” concluse poi.

“Notizie riguardo a cosa?” chiese Zelgadiss.

Il demone accennò col capo a Lina. “A lei… se volete posso spiegarvi cosa le succede”

Per qualche istante, i tre si guardarono stupiti: perché il priest tutto a un tratto era diventato così loquace? E soprattutto: perché aveva quell’aria così strana?

Infine Gourry ruppe il silenzio, nelle sue parole una nota di speranza. “Sai che cos’ha?!”

“A-ah” annuì Xelloss “E inoltre posso risolvere suo il problema, anche se non so quanto vi farà piacere…”

“Perché non dovrebbe farci piacere?!” esclamò Amelia “Noi vogliamo solo che Lina stia bene!”

L’ombra di un sorriso passò sul volto del mazoku. “Perché io sono un demone e dubito che una cosa che fa piacere a quelli come me faccia piacere anche a voi…”

“Ma scusa…” provò a ribattere la principessa. Ma Zelgadiss la interruppe: “Niente ma, Amy! Avanti, Xelloss, dicci quello che sai”

“Bene, come volete” disse Xelloss, scendendo a terra e andando a sedersi al tavolo di fronte alla chimera.

“Dunque, da quel poco che hai detto prima, Zel, credo che tu abbia capito almeno a grandi linee che cos’ha Lina”

La chimera sussultò: era esattamente ciò che temeva più di ogni altra cosa. A volte odiava avere sempre ragione.

“Come voi tutti sapete, per sconfiggere Phibrizio, Lina ha dovuto fare ricorso al Giga Slave che invoca la potenza di LoN. Nel fare ciò lei, che è esistenza, ha espresso il desiderio di invocare il nulla e avrebbe dovuto dare in cambio sé stessa per mantenere l’equilibrio delle cose…” 2

I tre guardavano in silenzio il demone, non riuscendo a capire dove volesse arrivare.

“…e in effetti LoN la stava portando via con sé, anche se poi, non so per quale motivo, ha deciso di lasciarla vivere…”

Gourry arrossì impercettibilmente: lui sapeva, o comunque intuiva, perché Lina fosse tornata indietro. Anche se all’inizio nella sua mente c’era un vuoto, poi pian piano i ricordi di quei momenti nel Mare del Caos, l’inseguimento, il bacio, erano riaffiorati tutti… ed erano il suo tesoro più prezioso.

“E allora? Lina è tornata, l’equilibrio del mondo si è ristabilito e tutto è tornato come prima. Dov’è il problema?” domandò Amelia.

Xelloss scosse la testa. “È proprio questo il punto: non è tutto come prima”

“Cosa intendi?” Zelgadiss fissò il demone negli occhi, temeva la continuazione del suo racconto.

“Sarò breve. Lina ha conservato in sé una scintilla del potere di LoN e ora, continuando ad esercitare la magia nera e ad usare incantesimi che traggono potere dalla Lord of Nightmares, l’ha alimentata, facendola diventare troppo grande e potente per il suo corpo”

“Vuoi dire che quando sta male…” iniziò la chimera.

Il mazoku annuì e completò la frase. “…è perché l’energia di LoN cerca di liberarsi distruggendo le barriere che la tengono rinchiusa”

“Il corpo di Lina!” esclamò Gourry, con gli occhi sbarrati “Significa che il corpo di Lina verrà distrutto da… da quella cosa che ha dentro?!”

“Esatto” confermò il demone “E se volete ve la faccio vedere…”

Così dicendo, senza neanche aspettare una risposta, si avvicinò al letto e osservò Lina addormentata. Sembrava tranquilla ora, il volto ancora pallido incorniciato dai capelli ramati sparsi sul cuscino.

Xelloss la guardò per un attimo, gli occhi socchiusi colmi di tenerezza, e le accarezzò il viso. Poi impose la mano guantata sul petto della ragazza e una luce nera si irradiò da lei.

Gourry, Zelgadiss e Amelia furono subito intorno al letto e videro risplendere sul seno di Lina una specie di gemma, mentre lei si inarcava per avvicinarsi alla fonte dell’aura demoniaca, la mano del demone. Quando il mazoku la ritrasse, Lina ricadde sul cuscino. 

“Avete visto? Quella cosa che splendeva dentro di lei è una scheggia del potere della Madre, cioè la Madre stessa. Non è mai successo che qualcuno che ha castato il Giga Slave sia sopravvissuto, meno che mai che sia tornato dal Mare del Caos portando dentro di sé una parte di LoN… ora come ora quella goccia di energia rappresenta per Lina una condanna a morte”

“E tu non puoi fare niente?” domandò la chimera.

“Ripeto, io posso fare qualcosa, ma non so se vi piacerà”

“E cosa sarebbe questo qualcosa?” lo incalzò Zelgadiss, esasperato “Avanti, dillo!”

“Posso portare Lina con me e trasformare il suo corpo in modo che possa reggere la presenza della Madre dentro di lei”

“Vuoi trasformarla in un demone? No, vero?!” chiese Amelia, con voce stridula.

Xelloss la guardò con occhi tristi. “Purtroppo non c’è altro modo…”

“Non puoi!” urlò Gourry alzandosi in piedi e battendo le mani sul tavolo “Non ti permetterò di trasformare la mia Lina in un mostro come te!”

Il mazoku non reagì. “Non mi crederai, ma dispiace anche a me… comunque esistono due modi di trasformare un umano in un demone. Di solito si procede alla trasformazione completa che comprende anche una sorta di lavaggio del cervello che annulla i ricordi e la personalità; poi c’è una trasformazione parziale…”

“E in che cosa consiste?” chiese Zelgadiss. Dei tre era l’unico che aveva mantenuto la calma, almeno apparentemente.

“In pratica si trasforma il corpo, ma l’anima rimane la stessa… però è rischioso e se il soggetto non è abbastanza forte rischia di morire…”

La chimera lanciò uno sguardo alla rossa che ancora dormiva. “Ma se riesce Lina potrebbe rimanere sé stessa, con la differenza di avere un corpo da demone, giusto?”

“Giusto” confermò Xelloss “Che ne pensate? Mi permettete di tentare o preferite lasciarla morire a poco a poco?”

“Io non voglio che Lina muoia… però questa è una decisione che deve prendere lei, non noi, no?” domandò Amelia “Dopotutto è la sua vita, che diritto abbiamo noi di decidere per lei?”

“Hai ragione ragazzina, anche se mi scoccia ammetterlo. Però tieni presente che non sappiamo quando Lina si riprenderà da questo attacco e quanto possa ancora resistere alla Madre, quindi…”

“Quindi è una lotta contro il tempo. Ottimo…” sospirò Zelgadiss.

“Esattamente. Allora, cosa volete fare?”

I tre si guardarono in silenzio per qualche istante, mentre il demone li osservava, cercando di capire che decisione avrebbero preso. Se fosse stata negativa, però, era pronto anche a portarsi via Lina con la forza: voleva tentare di salvarla, lo voleva disperatamente, e non solo perché era un ordine di LoN. Lo voleva perché, in fondo, anche lui si era affezionato a quella ragazzina dai capelli rossi, molto più di quanto non potesse e volesse ammettere.

Alla fine, dopo interminabili minuti, Zelgadiss disse: “Per me va bene. Vale la pena rischiare, anche perché se non facessimo niente Lina morirebbe comunque”

“S-sono d’accordo anch’io…” balbettò dopo un attimo un’incerta Amelia “Però giurami che non toccherai la sua anima, che ci restituirai la Lina di sempre!”

Xelloss annuì. “Te l’ho detto, neanch’io voglio perdere l’anima di Lina” poi si rivolse allo spadaccino: “Gourry, manchi solo tu: cosa dici?”

Il giovane era accanto al letto e fissava Lina con espressione disperata. Al sentire la voce del mazoku, trasse un profondo sospiro e deglutì. “Giuro sul mio onore che se le torcerai anche un solo capello ti ucciderò con queste mani, capito monaco?!” disse poi, prendendo in braccio la ragazza.

Il demone, a quelle parole, ebbe un impercettibile sussulto. Aprì gli occhi e fissò lo spadaccino, serio come mai prima. “Fidati, tornerà”

Gourry sostenne per un attimo lo sguardo d’ametista dell’altro, poi posò gli occhi su Lina e la baciò. “Ti amo, piccola, torna presto” E la consegnò nelle braccia del priest.

Xelloss prese delicatamente la maga, sorrise fugacemente e scomparve.

 


 

1 La frase di Zelas l’ho presa dal transcript di Alex dell’ep.26 di Slayers Next pubblicato in questo stesso sito… leggetelo, ne vale la pena!

2  Anche questa spiegazione di Xelloss è presa dal trancript di Alex dell’ep.26

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