Blind butterfly and violet eyes

di Makari e Mistral

 

DISCLAIMER: I personaggi di Slayers sono di proprietà di Hajime Kanzaka e degli altri aventi diritto

 

Day 1

“Fire ball!!”

La voce di Lina risuonò nella foresta, mentre l’incantesimo andava ad infrangersi contro il demone che le si stagliava davanti, sollevando un gran polverone. Certo, era un mazoku di rango inferiore, ma quella faccenda non le quadrava per niente: di solito i mazoku che incontrava erano interessati a qualche oggetto in particolare, o erano guidato dal semplice gusto di ammazzare chiunque si trovasse sulla loro strada. Ma quell’essere sembrava conoscere bene contro chi stava combattendo, e Lina era pronta a scommettere che era stato mandato contro di loro da un suo superiore; che magari obbediva a qualche Dark Lord. E se qualche Dark Lord era coinvolto, voleva dire che c’era qualcosa di grosso di mezzo; e questo non le piaceva affatto. Inoltre faceva freddo, ed aveva ripreso a nevicare; ed aveva fame. Chiunque fosse stato a mandarle contro quel mazoku, aveva scelto il momento sbagliato: non poteva immaginare quanto la grande maga Lina Inverse potesse essere pericolosa a stomaco vuoto.

Approfittando del momentaneo disorientamento del mazoku, Lina scoccò una rapida occhiata a Gourry, che fece un cenno di sì col capo e corse contro il demone brandendo la sua Blast Sword, affondandogli la lama nel dorso.

La creatura emise un ruggito di dolore, poi si voltò verso lo spadaccino, ed afferrò la spada tra le mani estraendola dalla ferita e scaraventando Gourry a terra; poi si diresse verso di lui, puntandogli la lama insanguinata contro. Ma Lina gli immobilizzò il braccio lanciandogli contro una Freeze Arrow.

Il demone si rivolse furioso verso di lei, ruppe il ghiaccio intorno al braccio, e le lanciò contro una sfera di energia nera.

Lina la evitò sollevandosi in aria con il Levitation, osservando il colpo che andava ad infrangersi contro un albero, incendiandolo di strane fiamme nere e alzando una gran quantità di fumo. Non ebbe il tempo di chiedersi che razza di incantesimo fosse quello, quando sentì un dolore lancinante alla spalla destra; cadde a terra con un tonfo e vide sopra di lei il mazoku che brandiva un’affilata lama di energia nera.

L’essere cominciò a scendere lentamente a terra, pronto ad attaccarla nuovamente, ma immediatamente Gourry corse a riprendere la spada e gli fu addosso, ferendolo di striscio ad un fianco.

Per tutta risposta il mazoku si rivolse sorridendo contro di lui, e cominciò ad attaccarlo con la sua lama nera.

Lina si allontanò velocemente e si preparò a castare un incantesimo che avrebbe posto fine a quell’inutile combattimento.

“Darkness from twilight….”

Gourry intanto riusciva a stento a tener testa a quel maledetto demone, inoltre lo spesso strato di neve a terra gli impediva i movimenti veloci.

“Crimson from blood that flows….”

Lo spadaccino venne scaraventato contro un albero, l’impatto gli fece cadere addosso la neve che si era accumulata sui rami.

‘Merda! Ci mancava anche questa!’ pensò il ragazzo. Il mazoku corse contro di lui, le lame delle loro armi si incrociarono in aria, con un sordo rumore di ferraglia.

“In thy great name I pledge myself to darkness!”

Quel demone aveva una forza mostruosa… continuava a fare pressione contro la spada di Gourry, i loro volti erano vicinissimi, e lo spadaccino poteva sentire il fetido odore del suo respiro sul collo. Ma che stava aspettando Lina?? Scoccò una rapida occhiata alla maga, vide che stava castando un incantesimo…. No! Non aveva mica intenzione di lanciargli contro il…

Lina sorrise.

“DRAGON SLAVEEEEE!!!!!!” urlò unendo le mani e scagliando l’incantesimo contro il demone.

Gourry osservò terrorizzato il raggio di energia magica che si dirigeva contro di loro, con uno sforzo immane si liberò dalla presa del demone e cercò di mettersi in salvo come meglio poteva, mentre la creatura veniva colpita in pieno… seguì un terribile boato, la foresta venne avvolta da un’enorme cupola di energia rossa, e quando essa scomparve, quel che ne rimaneva era solo qualche albero bruciacchiato con i rami spogli mossi dal vento. Del demone non c’era traccia.

“Vittoria!”, esclamò Lina con le dita a V.

Intanto un piccolo cumulo di terra poco lontano si sollevò, e ne uscì la testa bionda di Gourry. Lo spadaccino, dopo essersi guardato a destra e a sinistra con aria smarrita pensando a come Lina aveva ridotto quella povera foresta con il suo incantesimo, uscì completamente dal suo nascondiglio sotterraneo.

“Lina, quante volte devo dirti di avvisarmi prima di lanciare quel tuo Dragon-non-so-che???”

“Dragon SLAVE, SLAVE! Idiota col cervello di un mollusco!!”, esclamò Lina sbattendogli una pantofola in testa, “E, poi, cosa avrei dovuto fare? Quel demone mi aveva fatto proprio innervosire! Ma è stato sistemato dal grande genio della divina maga Lina Inverse! Bwahahahahah… AH!”…

Dolore.

Chinò il capo, e vide una lama nera che le trafiggeva il ventre. Il demone l’estrasse da dietro, e lei emise un gemito di dolore, portandosi le mani alla ferita.

“Lina!!”, esclamò lo spadaccino mentre il sangue cominciò a scorrerle tra le dita; Lina si accasciò inginocchio a terra, stava lottando contro sé stessa ed il dolore per non perdere i sensi e cercare di respirare correttamente.

Gourry le poggiò una mano sul fianco, e fece per prenderla tra le braccia, ma lei fece cenno di no col capo.

“Tienilo occupato per un po’…”, sussurrò con un filo di voce.

Gourry vide che tra le sue mani si accendeva la luce bianca del Recovery. Poi fece cenno di sì col capo, e si rivolse verso il mazoku, impugnando la spada.

“Me la pagherai per quello che hai fatto!”, urlò correndogli contro.

Lina osservò l’amico partire all’attacco: quel demone gliel’aveva giocata. Poi vomitò del sangue e si piegò in avanti per il dolore, poggiando il capo a terra.

Gourry intanto stava sferrando una serie di violenti colpi contro il mazoku, ma la creatura era più veloce e riusciva ad evitarli senza troppe difficoltà. Poi scomparve.

Gourry si guardò intorno prudente, ma sentì subito un forte dolore alla schiena. Il mazoku ne estrasse la spada insanguinata e il ragazzo si accasciò a terra portando le mani al petto che gli sembrava stesse per esplodere: la lama doveva essere penetrata in profondità. Tossì del sangue, sentiva un fortissimo dolore e faticava a respirare.

Il mazoku gli affondò nuovamente la lama dietro le spalle, lo spadaccino sgranò gli occhi per il dolore e la sorpresa, rendendosi conto di essere ormai spacciato. Il sangue gli riempiva la bocca, non riusciva più a respirare; poi il mazoku affondò la spada per la terza volta, trapassandolo da parte a parte, ed andandola a conficcare nella terra sotto di lui.

“AAAHHHHHHH!!!”, il giovane urlò per il dolore, il suo pensiero corse a Lina: non avrebbe più potuto proteggerla…. Sentì le forze venirgli meno, sollevò il capo cercando invano di urlare il su nome. “Li…na…….”, mormorò con un filo di voce, mentre il sangue gli colava tra le labbra. Sentiva i fiocchi neve bagnargli il volto…. aveva freddo…. infine si accasciò a terra privo di sensi.

Lina aveva sentito le urla dell’amico e supplicò LoN di darle la forza per resistere ancora un po’; si voltò lentamente verso il mazoku, e vide che stava per infliggere il colpo di grazia allo spadaccino.

“Merda….” Si alzò stringendo i denti per il dolore, nelle sue mani si materializzò una lunga lancia di energia negativa.

“Ehi, tu!”, urlò al mazoku, che si voltò verso di lei osservando la lama che stringeva in mano.

Lei partì all’attacco.

“Vediamo se sei così bravo a evitare anche questo! LAGUNA BLADEEEEE!!!!!!”, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, affondandogli la lama tra il collo  e la spalla.

La lancia di energia nera penetrò verso il basso, dividendo il corpo del mazoku in due, ma un attimo prima di svanire in un gemito di dolore, lui riuscì ad afferrarle il gomito, piantandole una mano in faccia.

“Ma che…??”, la maga provò a divincolarsi dalla presa del mazoku e vide terrorizzata che dal palmo della mano del demone stava partendo un incantesimo. Strinse gli occhi in attesa del colpo, ma non sentì niente, poi si rese conto che qualcosa non stava funzionando: l’incantesimo si era spento tra le sue mani troppo rapidamente. Dal corpo lacerato del demone emanò un forte bagliore, poi ci fu una violentissima deflagrazione, e la risata del mazoku in lontananza.

Lina venne scaraventata contro un muro di roccia, e si accasciò a terra disegnando una traccia di sangue sulla pietra biancastra. Sotto di lei si formò subito una chiazza scura; provò a rialzarsi, ma ricadde in ginocchio.

Poi venne presa da un dolore immenso al volto, chiuse gli occhi che le bruciavano da morire e portò le mani alle tempie, urlando per il dolore; poggiò la fronte a terra e sentì il freddo strato di neve che si era già posato sul suolo bruciato dal suo Dragon Slave. Le sembrò che la testa le stesse per scoppiare, finché non terminò tutto, improvviso com’era venuto.

La maga cercò di riprendere fiato; ma cos’era successo? Infine si sollevò sui gomiti, riaprendo gli occhi.

Buio.

Si guardò intorno smarrita: non riusciva a vedere niente intorno a sé. In che posto era finita? Provò a rialzarsi barcollando, e sollevò il palmo della mano in alto.

“Lighting!”, castò l’incantesimo per cercare di capire dove si trovasse; ma non sentì nessuna magia fluire tra le dita.

“Lighting!”, esclamò di nuovo. Niente.

“Lighting, lighting, lighting!!!!!”, intorno a lei continuava ad essere buio.

Una fredda goccia di sudore le scese lungo la fronte. Perché l’incantesimo non funzionava? Provò a castarne altri, sperando che quello che stava temendo non fosse vero.

“Fire Ball!!”, urlò all’aria d’avanti a lei. Ma non sentì nessuna esplosione, nessuna sfera infuocata illuminò lo spazio intorno.

“Levitation!”, si sollevò sulle punte dei piedi, ma non riuscì ad alzarsi da terra.

Fu presa dal panico: non riusciva ad usare i suoi poteri, quel demone doveva averle operato un sigillo, o qualcosa del genere; e questo poteva significare due cose: o non era morto, ed allora in quello stato si trovava davvero nei guai; oppure il sigillo doveva fare capo ai poteri di altri mazoku, e questo certo  non migliorava la situazione.

Intanto la neve continuava a cadere, e si era sollevato un freddo vento proveniente da Est, che le feriva gli occhi. Qualunque posto fosse quello, era all’aperto: Lina poteva sentire dei corvi gracchiare in lontananza. Ma allora perché era tutto buio, e non riusciva a vedere niente? E Gourry? Lui come stava?

“Gourry!”, urlò provando a muovere qualche passo in avanti, ma era debole, aveva perso troppo sangue e il Laguna Blade l’aveva sfinita.

“Gourry!!”, urlò ancora, ma la sua voce si perse nel buio; cercò di riscaldarsi le braccia con il mantello, faceva sempre più freddo, stava congelando e non ce la faceva più a stare in piedi.

“Gourry, Gourryyyyy!!!”; nessuna risposta; sentì gli occhi riempirsi di lacrime; in quello stato era ridotta all’impotenza.

“Gourry, rispondimi, ti preg…COUGH!”, del sangue le risalì in gola, portò una mano alla bocca, contorcendosi in avanti per il dolore, e crollò a terra. Provò a rialzarsi sui gomiti.

“Gou…rry……”, sussurrò con un filo di voce; poi si sentì venir meno e cadde di nuovo nella neve, rossa del suo sangue. Sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti….

“Gourry….” mormorò ancora una volta, come se quella fosse stata una preghiera da ripetere in eterno, mentre un rivolo di sangue le colava tra le labbra.

Poi non sentì più niente.

 

La neve aveva cominciato a cadere più fitta. Tutto intorno, nella foresta devastata dal Dragon Slave, si stava posando una coltre bianca sempre più spessa e i contorni dell’orizzonte sfumavano nella foschia.

Tutto era silenzio e pareva che da quel bosco fosse scomparsa ogni traccia di vita.

Dopo un tempo indefinibile, qualcosa si mosse.

Lentamente, tra i fiocchi che continuavano a cadere si disegnò una sagoma che aveva qualcosa di vagamente umano e alla fine lui apparve.

Si guardò in giro, gli occhi felini socchiusi e un sorriso beffardo che gli increspava le labbra. “Però… ci è andato pesante quel demone”.

Scese verso terra, ma senza metter piede sul terreno, e si avvicinò al piccolo corpo che giaceva immobile in parte coperto da fiocchi di neve che il suo calore troppo debole non riusciva a sciogliere; a una trentina di metri di distanza, un altro corpo, riverso in una pozza di sangue e trapassato da una spada.

Era una scena spettrale.

Senza degnare Gourry di più che di uno sguardo fuggevole, Xelloss si accostò a Lina. “Beh, comunque prima di crepare è riuscito nel compito che gli era stato affidato” constatò, vedendo sul volto pallido della maga cinque segni di forma allungata, come di bruciature. Lì il demone che li aveva attaccati le aveva stretto il viso mentre le lanciava il sigillo magico.

“Ma questa ferita è troppo profonda, si vede che non ha avuto il tempo di curarsi. Vediamo di sanarla almeno un po’, altrimenti rischia di morire dissanguata prima di sera…” Scosse il caschetto viola, come indispettito di doversi scomodare per un errore altrui, e sfiorò con le dita guantate lo squarcio sulla schiena della ragazza castando un incantesimo; lei reagì con un fremito.

“Ah, ma allora ci sei…” notò con il suo solito sorriso ambiguo.

“Gourry…” mormorò Lina con un filo di voce “Gourry… dove sei…?”

Prima di risponderle, il mazoku si guardò un attimo alle spalle, verso il guerriero steso a terra poco lontano; si concentrò, cercando di percepirne l’aura vitale, e si rese conto che era ancora vivo, anche se ferito molto gravemente. Non ne era molto felice: sapeva che il legame che univa i due sarebbe stato l’ostacolo più arduo da superare per portare a compimento la sua missione. Per un attimo pensò di uccidere Gourry ora che ne aveva la possibilità, ma poi si rese conto che, una volta che avesse saputo della morte dell’amico, la maga si sarebbe chiusa completamente in sé stessa e non sarebbe certo stata incline a farsi corteggiare. No, per quanto lo infastidisse, lo spadaccino doveva vivere, ma il suo ricordo doveva scomparire alla svelta dalle mente di Lina.

Decise di rassicurarla sulla sorte di Gourry, in modo da poter poi sviare l’attenzione di lei dal ragazzo per portarla unicamente su di sé. “Lina, mi senti?” le domandò “Sono Xelloss…”

La maga mosse appena la testa, cercando la fonte del rumore, e d’istinto aprì gli occhi, ma il suo sguardo era vuoto, fatuo, quello di un cieco. “Xelloss… dove sei? Non… non ti vedo…” La voce già flebile della ragazza si incrinò nel rendersi conto che il buio assoluto di prima non era stato solo un brutto incubo.

Il demone sorrise di nuovo, di un sorriso pieno di maligna soddisfazione: gli dava un sottile senso di eccitazione vedere la grande Lina Inverse, colei che non temeva mai niente e nessuno, stesa a terra, ferita e completamente inerme… decise di iniziare da subito la sua opera di seduzione. Ora che la ragazza era così debole, doveva dimostrarle tutto il suo sostegno, conquistarsi la sua fiducia e abbattere a poco a poco il muro della sua diffidenza.

Scese a terra e si chinò verso di lei, cingendole le spalle con un braccio e sollevandola leggermente. La sentì irrigidirsi, ma non si allontanò. “Sono qui, Lina… cos’è successo?”

“Ci ha attaccato un demone” rispose lei, cercando di scostarsi dalla sua presa “Sono riuscita ad ammazzarlo ma deve avermi fatto un incantesimo perché… non ci vedo più… e poi… ha ferito Gourry… dov’è adesso? Lo vedi?”

Dissimulando alla perfezione il proprio fastidio, il mazoku la rassicurò. “Stai tranquilla, ho fatto in modo che alcune persone del villaggio qui vicino lo trovassero. Adesso si staranno occupando loro di lui… le sue ferite non erano così gravi, un po’ di riposo e si rimetterà in sesto”

Lina parve sollevata: neanche lei sapeva bene perché, ma voleva credere a Xelloss… cercò di dire ancora qualcosa, ma appena tentò di inspirare un po’ più profondamente la ferita le provocò un dolore allucinante, facendola piegare in due. Tossì sangue e si sentì mancare.

Xelloss la sostenne prontamente, evitandole di finire di nuovo distesa nella neve. “Piuttosto…” le disse poi dolcemente “ti preoccupi di Gourry ma sei tu quella ridotta peggio…”

Lei scosse appena la testa. “Io… io sto bene, la ferita non è niente… solo…” si coprì gli occhi con una mano, contraendo il volto in una smorfia di dolore “…i miei occhi, Xelloss… cosa mi è successo?”

“Aspetta che adesso lo zio Xel ti dice tutto…” esclamò lui, col suo solito tono scanzonato. Non voleva usare subito tutte le sue armi, preferiva perdere a poco a poco ai suoi occhi l’aspetto del demone misterioso e burlone per assumere poi quello dell’amante.

Si chinò di più accanto a lei, fingendo di esaminare le bruciature sul suo viso. Quando poi le parlò con un tono basso e sensuale, ebbe cura che le sue labbra si trovassero vicine al collo della ragazza, di modo che lei potesse sentire il suo alito caldo su di sé e, come previsto, la sentì irrigidirsi, impacciata. “Stai tranquilla, Lina, non è niente così grave da essere irreparabile…”

“Ch-che significa?” la voce di lei tremava, per il freddo, per la paura, per l’imbarazzo o forse per tutte e tre le cose insieme.

“Beh, quel demone ti ha praticato un incantesimo, te n’eri già accorta da sola, no?” rispose, sempre respirando sulla sua pelle “però guardando da vicino i segni che ti ha lasciato sulla faccia ho capito un paio di cosette, una bella e una brutta”

Ora la maga era completamente scossa da brividi; la vicinanza fisica di Xelloss la inquietava, ma nello stesso tempo la rassicurava. E questo la faceva sentire tremendamente confusa: come poteva anche solo pensare di affidare la sua vita a quel demone? Eppure, aveva forse altra scelta? E poi, lui sarebbe stato in grado di aiutarla?

“La cosa bella è che esiste una persona capace di spezzare il sigillo che hai sugli occhi e di ridarti la vista. La cosa brutta è che questa persona è un saggio che vive nel tempio di Nimrod…”

Lei voltò la testa di scatto, senza accorgersi che in quel modo le sue labbra quasi sfioravano quelle del mazoku; rendendosene conto, Xelloss sorrise e si ritrasse leggermente, non era il caso di forzare i tempi anche se, ammise a sé stesso, un bacio gliel’avrebbe rubato volentieri.

“Nimrod?! Ma è dall’altra parte della Penisola dei Demoni! Ci vorranno settimane di cammino per arrivarci!”

‘Che sciocca, non ha pensato al teletrasporto… bene, non facciamole venire strane idee, meno fatica per me!’ pensò il demone. Poi le disse: “Già. All’incirca tre settimane, se tutto va bene… se ti fidi di me posso accompagnarti”

Fidarsi di lui?! E come poteva? Lina non sapeva cosa fare. Si sentiva debole e stanca, aveva paura… spinta da una forza che neanche lei avrebbe saputo identificare o definire (forse l’istinto di sopravvivenza?) decise di fidarsi del mazoku. Tese una mano incerta nel buio a cercare quella di lui da stringere per sigillare il loro patto. “Ok, Xelloss… ho deciso di fidarmi di te. Portami a Nimrod”

Il demone le strinse la mano, sorridendo soddisfatto: la prima parte del piano era andata a buon fine.

“Molto bene, Lina. Però prima di iniziare il viaggio credo sia meglio fermarci in un villaggio. Tu sei debole e hai bisogno di riposare e i tuoi vestiti sono decisamente malconci e inadatti a queste temperature… senza contare poi che si sta facendo sera”

La ragazza annuì. “Credo ci sia un villaggio poco lontano da qui… ricordo di esserci passata con…”

Innervosito dall’accenno a Gourry, Xelloss serrò la mascella per il disappunto, ma riuscì a dominarsi e con delicatezza fece tacere Lina posandole un dito sulle labbra. “Non ci pensare. Adesso vieni, cerca di aggrapparti alla mia schiena: ti porterò io”

Con un po’ di fatica, il demone riuscì a prendersi la ragazza sulle spalle e la coprì con il suo mantello, poi si incamminò verso il villaggio.

Lina era tesa come una corda di violino: una parte di lei le rimproverava questa scelta di affidarsi a Xelloss ma, si disse, c’era qualche altra possibilità? Mentre il mazoku camminava, attraverso la sottile seta della camicia sentiva i muscoli della sua schiena contrarsi e distendersi ritmicamente; quel movimento, il calore del suo corpo, le sue spalle ampie, le davano una sensazione di forza controllata e incanalata allo scopo di proteggerla… e la facevano sentire protetta. «È pericoloso avermi come nemico» soleva ripetere il demone… ma ora lui la voleva aiutare, il suo smisurato potere sarebbe stato usato solo per difenderla…

Si sentiva debole e stanca e la ferita le faceva malissimo. ‘Tanto, peggio di così non può andare…’ Non aveva più voglia di combattere contro sé stessa, pensando a un domani che forse non avrebbe visto mai. Si rilassò e poggiò la testa sulla spalla di Xelloss, facendosi cullare dai suoi passi e dal suo profumo e in breve cadde in un sonno pesante e senza sogni.

Da parte sua il demone, consapevole solo in parte della lotta interiore di Lina, aspettava con pazienza un segnale che gli permettesse di capire se aveva scelto l’approccio giusto. E quando sentì il suo seno premere sulla sua schiena e le sue braccia piene di graffi e lividi stringerlo, capì di aver segnato un altro punto a suo favore.

Decisamente soddisfatto, continuò lentamente a camminare su quel sentiero esile che si inoltrava nella foresta e a poco a poco si perdeva nella neve.